Descrizione
Celebrare l’80° anniversario della liberazione italiana dal giogo nazifascista non può prescindere dal ricordo dell’azione assunta dalle Forze armate, maturata all’indomani dell’8 settembre 1943.
Tra le vicende militari spicca quella offerta dalla Divisione Acqui, di stanza a Cefalonia e Corfù dal 1941, definita dal presidente Carlo Azeglio Ciampi il primo atto della Resistenza italiana, non solo perché fu l’azione più consistente di resistenza armata alle forze tedesche ma poiché rappresenta, per numero di vittime, la maggior strage perpetrata dai tedeschi nel corso della Seconda guerra mondiale a danno di italiani e l’unico caso in cui, dopo la resa, vennero uccisi in massa soldati prigionieri, in spregio ad ogni Convenzione internazionale.
Una vicenda complessa in cui i destini di tre Paesi – Italia, Grecia e Germania -, attraverso i loro protagonisti, si incrociarono nelle isole Ionie, nel drammatico settembre 1943, rendendo i fatti accaduti, con le parole di Primo Levi, impossibile da comprendere, necessari da conoscere.
Un ammonimento che Il prisma della Storia ha fatto proprio, consapevole che la conoscenza rimane monca e parziale se la narrazione dell’accaduto non include ogni voce che ne custodisce una parte, se – usando la metafora del poliedro che dà il titolo alla pubblicazione – tutte le facce che compongono il prisma non sono comprese.
Con la prefazione del Ministro della Difesa, on. Guido Crosetto, l’Ambasciatore di Germania a Roma, S.E. Hans-Dieter Lucas e l’Ambasciatore di Grecia a Roma, S.E. Eleni Sourani, la pubblicazione offre la disamina dei fatti a tre voci: gli storici greci Spyros Gaoutsis e Pandelis Papaioannou analizzano il rapporto tra l’Italia e le isole Ionie e il ruolo centrale di Corfù durante l’occupazione italiana (1941-43), mentre Petros Petratos si sofferma sulla relazione tra la popolazione di Cefalonia e le truppe italiane fino ai giorni dell’eccidio; i professori Camillo Brezzi e Patrizia Gabrielli rivelano gli aspetti più intimi di alcuni soldati della Acqui grazie alla lettura della loro corrispondenza personale prima dell’8 settembre 1943; il professor Lutz Klinkhammer affronta la riflessione, da parte tedesca, su come, all’indomani della conclusione della guerra, sia stato raccontato l’eccidio in Germania e sul difficile ricordo tedesco di quanto avvenuto a danno dei soldati italiani a Cefalonia.
Le conclusioni sono affidate al direttore Pierandrea Vanni.
Arricchiscono l’opera i brevi saggi dell’assessora regionale Alessandra Nardini sul valore della Memoria; il gen. C.A. Massimo Panizzi, il gen. C.A. Libero Lo Sardo, l’ammiraglio Sq. Pierluigi Rosati e il ten. col. Giuseppe Furno evidenziano il ruolo delle Armi e i reparti aggregati alla Divisione Acqui (Esercito, Arma dei Carabinieri Reali, Regia Marina, Guardia di Finanza); don Santo Battaglia ricorda le figure dei religiosi che, a Cefalonia e Corfù, svolsero il delicato ruolo di cappellano militare e il presidente Martin Schulz si sofferma sull’impegno tedesco verso una memoria condivisa.
La seconda parte del saggio è dedicata alla conoscenza dei luoghi di Cefalonia e Corfù che hanno visto la presenza della Divisione Acqui dal 1941 al 1943: un Itinerario della Memoria che ne ferma il ricordo e restituisce il vissuto trasmettendo, in un singolare sguardo, ciò che gli stessi militari videro e vissero, accompagnato da vari video (con interviste, filmati storici, racconti vari), in modalità QR code.